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LE MUSE DI KLIMT

"Nelle pagine di Paola Romagnoli le parole svelano i dettagli, appaiono dense e pastose sul foglio. La scrittura di questa autrice e' materica, come colore sulla tela".

Claudia Farina, Il Flaneur


"La penna raffinata di Paola Romagnoli da' la scena alle figure femminili che tra eros e afflato materno si intrecciano nella biografia di Gustav Klimt. Di molte conoscevamo giˆ i corpi sinuosi dipinti dal celebre artista. Tra queste pagine ne sentiamo vibrare la voce".

Myriam De Filippi, Donna Moderna


"Tra realta' e finzione Paola Romagnoli ci restituisce con eleganza la storia di un artista e lÕaffresco di una epoca".

Elena Magni, Bell'Europa


"La storia di Emilie, stilista, imprenditrice di successo e per lunghi anni compagnia di vita di Klimt raccontata nel romanzo storico Le muse di Klimt di Paola Romagnoli (ElectaStorie). Insieme alla sua, in questa avvincente ricostruzione biografica e storica, si ritrovano le storie di Hermine e Clara, di Marie, madre del figlio di Klimt, della rossa ed enigmatica Olga, ma anche di una giovanissima Alma Mahler".

Simona Maggiorelli, Left


"Un romanzo delicato, pieno di grazia e di virtuosismi che sembrerebbe scritto nella prima metˆ del secolo e che nasce invece dalla penna di una moderna ed eclettica giornalismosta milanese".

Flaminia Marinaro, Il Foglio


"Sui soggetti pi amati dallÕartista austriaco si concentra Le Muse di Klimt, il romanzo di Paola Romagnoli frutto di un sapiente mix tra la approfondita conoscenza della storia dellÕarte e la verve narrativa della autrice".

arte.sky.it


"Solo una grande scrittrice avrebbe potuto sporcarsi le mani con una materia tanto difficile come la biografia romanzata".

Gaia De Beaumont, scrittrice


"Questo libro mi ha commosso, credimi, anche il tuo lavoro quasi da archeologa che va a cercare e trova cose preziose che dona a chi legge. Unire leggerezza e profonditˆ un'arte di pochi".

Liliana Gerosa, lettrice


"Hai scritto un libro sulla femminilitˆ e sulla maternitˆ strepitoso, un romanzo sul meraviglioso inizio di ognuno, del proprio nascere, e ci hai fatto entrare in spazi chiusi ma profondi, neri ma fecondi. Una bella e intensa storia, umana e universale".

Roberto Spoldi, lettore, responsabile del Gruppo di Lettura di Segrate (MI)


"Il tuo libro mi ha incantata, davvero. Mi sono goduta ogni capitolo andando a rivedere i quadri di Klimt corrispondenti. Sei stata stupenda a descrivere questo uomo che si alimenta di energia femminile, e il fatto che abbia bisogno di tante figure di donne intorno a se mi ha fatto tenerezza perchŽ in fondo lui le ha amate tutte a suo modo. Olga meravigliosa! Lo rilegger˜, perchŽ mi ha allietato ed emozionato".

Emanuela Zanini, Bibliotecaria, Biblioteca di Segrate (MI)



AGNES CHE RIDEVA E MANGIAVA AMARENE

"Nel suo Se una notte d’inverno un viaggiatore Italo Calvino appuntò una serie di classificazione secondo cui ogni romanzo stava al lettore per una sua precisa funzione: tra gli altri c’erano i ‘Libri Che Da Tanto Tempo Hai In Programma Di Leggere’, i ‘Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli’, ‘Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere’, i ‘Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D'Aprirli’, eccetera. L’altro giorno mi è capitato tra le mani un romanzo appena uscito, Agnés che rideva e mangiava amarene, seconda opera di Paola Romagnoli e dopo averlo letto sono corso a controllare se Calvino avesse individuato un termine anche per il sentimento che mi aveva suscitato: non ho trovato niente che faceva al caso. Si poteva avvicinare questa etichetta: i ‘Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli’. Ma non basta. Per definirlo meglio ho dovuto inventarmi io una frase calviniana: l’opera della Romagnoli è tra i ‘Libri che ti restituiscono le emozioni perse’".

Marco Missiroli, scrittore


"In una prosa sorvegliata e preziosa, a tratti un arabesco,... questi paiono personaggi da teatro greco".

Giulia Alberico, gli Altri


"Prova superata con disinvoltura, la trama regge e lo stile ha una sua grazia sincera".

Sergio Pent, critico


"Il romanzo non è una fiction a effetto, è letteratura: la lingua usata dall’autrice, la capacità di analisi di passioni e sentimenti nascosti, l’uso di un lessico leggero ma puntuale, rendono la narrazione scorrevole, rapida, frammentata quanto serve a mostrare la incertezza e la sorpresa che continue rivelazioni suscitano nel lettore".

Elisabetta Bolondi, sololibri.net


"E' una scrittura fluida e anfrattuosa quella con cui l'autrice sa montare l'incastro perfetto di destini sbagliati come solo la vita sa inventare, nella cornice di un'ambientazione francese visiva e vera, grazie a una capacità da autentica scrittrice di rendere lo scavo nell'errore e nel male".

Roberto Pazzi, scrittore


"La storia ti piglia dalla prima riga e non ti lascia mai, così come le atmosfere, mentre lo stile intaglia il diamante fino all'estremo, resta la parola essenziale, l’autrice calibra e dosa ma non gigioneggia tanto da saper cambiar registro a seconda dei personaggi".

Emanuele Pettener, scrittore


"Un gran romanzo! Mi ha incollato alle pagine, eccezionale capacità di trasmettere il dolore, bella ambientazione, pagine da respirare. Ottima Maud con il suo vivere incerto, ottima Agnès con la sua violenza".

Marco, lettore


"Se il giorno dopo che hai finito un libro ti torna in mente all’improvviso facendoti pensare: ah, però! E ci ritorni dentro ancora, esploratore... era un bel libro!".

Cristina, lettrice


"Ieri ero in metropolitana diretta ad Anagnina con il libro di Paola Romagnoli, ed ero così rapita dalle descrizioni che l'autista della metro ha dovuto richiamarmi a voce alta: "Signora, siamo arrivati, qui scendono tutti!" Mi sono girata di scatto e sorridendo ho risposto: "Colpa del libro!!" Ma avrei dovuto dire merito, perché io stavo proprio altrove...".

Paola, lettrice


"Il libro si legge d'un fiato ma con molta sofferenza emotiva perché rappresenta in modo molto realistico i crucci interiori che prima o poi visitano tutti noi, quando addirittura non ci abitano per sempre".

Maria, lettrice


"Ho letto d’un fiato nei primi giorni di vacanza, e le pagine di “Agnès che rideva e mangiava amarene” mi hanno riconciliato con la lettura".

Mirella, lettrice



HO SALTATO PRIMA DELL'ALBA

"Il tuo libro su Jeanne HŽbuterne molto bello. Sei riuscita a rendere carne la condanna dell'amore. Grazie".

Elisabetta Vergani, attrice


"Prosa lirica, appassionata, ipnotizzante. E’ difficile staccare gli occhi dalla pagina, annegati in quest’atmosfera anni Venti, ma soggiogati da temi eterni ed universali: amore, maternità, arte, desiderio".

Pierandrea Formusa, sololibri.net


"Paola Romagnoli è entrata, mente e corpo, nel personaggio di Jeanne Hébuterne dandole voce, sino agli ultimi momenti".

Sebastiano Grasso, Corriere della Sera


"Una prosa poetica dall’insolita vivacità metaforica che trova il modo di esplicitarsi in immagini di forte pregnanza".

Francesco Roat, Stilos


"Quando ho finito il libro ho cercato subito su internet una fotografia di Jeanne Hébuterne. Ho voluto vedere con i miei occhi la donna che amò fino all’estremo Amedeo Modigliani e che attraverso questo libro di Paola Romagnoli ho immaginato. Con penna ispirata l’autrice crea un immaginario diario di Jeanne che ri-vede la sua vita, attraverso gli occhi di due turisti che la scrutano, ottant’anni dopo la sua morte, attraverso i suoi disegni e quadri esposti a Venezia all’inizio di questo secolo. Il racconto alterna vita vissuta e pensieri nascosti dell’artista che si fanno breve poesia. E’ un libro da non ‘bruciare’ tutto d’un fiato, ma da centellinare per apprezzarlo in tutte le sue sfumature.".

Gabriele, blog Quaderno di un bibliotecario


“Un libro bello, raffinato. In alcune parti (gesti, rughe, odori, tratti del volto) molto proustiano!”.

Marco Cassardo, scrittore


"Qui si filtra narrativamente il buco delle emozioni lasciate da una vita e da un gesto folle: ecco la potenza di ‘Ho saltato prima dell'alba’. Le pennellate femminili nel descrivere emozioni sono tratteggiate, solo abbozzate, sussurrate. E non c'è niente di più dirompente in narrativa che saper sussurrare un’emozione".

Marco, lettore


“Paola Romagnoli ha aperto una porta per scoprire una verità nuova, quella della sua interpretazione acuta, mordente e fisica. Un gioco, uno specchio dell’inconscio che sembra interrogarci ancora”.

Christian Parisot (dalla prefazione di ‘Ho saltato prima dell’alba’), direttore Modigliani Institut


"Bellissimo. Intenso. Ben scritto. Documentato. Tragico. Intelligente, e dal titolo perfetto".

Nicoletta, lettrice